5 idee sbagliate sui pessari
I pregiudizi sono duri a morire e il pessario non è stato risparmiato da questa triste realtà. Fortunatamente, negli ultimi anni le cose stanno cambiando. Sin dalla sua creazione, 3 anni fa, MyLittlePessaire è stata orgogliosa di contribuire al cambiamento di percezione di questo prezioso dispositivo e della patologia che tratta, il prolasso degli organi pelvici.
In questo articolo esaminiamo le 5 idee sbagliate più comuni – e più imbarazzanti – sui pessari:
- I pessari sono per le donne anziane
- Il pessario viene utilizzato solo quando non è possibile un intervento chirurgico
- Il pessario è scomodo
- Il pessario causa infezioni
- Solo il cubo del pessario può essere gestito in modo indipendente
**Allarme spoiler**: sono tutti FALSI!
Mito n. 1 – I pessari sono per le donne anziane
FALSO (e molto falso)
Infatti, le raccomandazioni della Haute Autorité de Santé sulla gestione del prolasso degli organi pelvici, pubblicate nel maggio 2021, lo dicono nero su bianco:
“Si raccomanda di offrire un pessario come trattamento di prima linea a tutte le pazienti con prolasso genitale sintomatico, indipendentemente dall’età o dallo stadio del prolasso“.
Tutte le pazienti. A prescindere dall’età.
Infatti, molte giovani donne devono indossare un pessario, temporaneamente, occasionalmente o per più tempo. È il caso, in particolare, di molte giovani madri dopo il parto, delle sportive di alto livello, delle donne che soffrono di stitichezza cronica o di quelle colpite da una debolezza o da un’anomalia del tessuto connettivo.
Perché questo malinteso?
Semplicemente perché negli ultimi decenni si sono sviluppate tecniche chirurgiche efficaci e sicure per la gestione del prolasso, ed è questo approccio terapeutico che è stato privilegiato in molti casi.
In altri Paesi, in particolare quelli anglosassoni, la percezione è completamente diversa. In particolare, perché la chirurgia è molto meno sostenuta che in Francia.
In secondo luogo, perché il pessario è tutt’altro che un’innovazione, anche se in Francia se ne parla da poco. È una tecnica che viene utilizzata da diversi secoli (con materiali diversi, ovviamente), e persino dall’antichità.
Le nostre nonne e bisnonne li usavano, il che può dare l’impressione che il pessario sia un dispositivo vecchio e polveroso.
Ma non è così! Anzi, la comunità medica sta dimostrando un rinnovato interesse per questa opzione terapeutica efficace e sicura, che soddisfa il 90% delle pazienti e può essere utilizzata à la carte da qualsiasi donna, in qualsiasi fase della sua vita.
Questo equivoco è legato anche al fatto che il prolasso viene erroneamente considerato una patologia dell’età avanzata. Non è così: è una condizione che colpisce anche le donne giovani.
Il pessario non è riservato alle donne anziane, anche se ovviamente possono utilizzarlo: è un dispositivo utile per le donne di tutte le età.
Mito n. 2 – I pessari si usano solo quando non è possibile un intervento chirurgico
FALSO
Anche in questo caso, facciamo riferimento alle ultime raccomandazioni dell’Autorità Nazionale Francese per la Salute:
“I pessari sono trattamenti efficaci per i sintomi associati al prolasso genitale e migliorano la qualità della vita. La loro efficacia sui sintomi è immediata e sembra essere equivalente a quella del trattamento chirurgico”.
[…]
“Prima di proporre un intervento chirurgico per il prolasso genitale, si raccomanda di informare la paziente su tutte le opzioni di trattamento (astensione, riabilitazione, pessario, intervento chirurgico) in modo da poter prendere una decisione condivisa.
Se le opzioni di trattamento conservativo non soddisfano le aspettative della paziente, si raccomanda di proporre l’intervento chirurgico in caso di sintomi invalidanti associati al prolasso genitale che siano clinicamente significativi.”
Il pessario è quindi una soluzione soddisfacente, da proporre prima di qualsiasi intervento chirurgico per il prolasso.
Il pessario è anche uno strumento complementare al trattamento chirurgico, quando questo è desiderato e indicato. È possibile effettuare un “test del pessario” per anticipare meglio l’impatto dell’intervento chirurgico sui sintomi, confermare il legame tra prolasso e sintomi e aumentare le probabilità che la paziente sia soddisfatta dell’intervento. Il test del pessario può anche rivelare un’eventuale incontinenza urinaria mascherata dal prolasso, che potrebbe emergere dopo l’intervento.
Infine, il pessario è un’ottima soluzione per l’attesa dell’intervento chirurgico: non sempre è possibile sottoporsi a un’operazione in tempi brevi, i tempi di attesa sono talvolta lunghi, oppure bisogna organizzare il lavoro, la famiglia o la vita sociale. Tuttavia, non è inevitabile soffrire dei sintomi del prolasso durante questo periodo di attesa: il pessario è perfettamente adatto in questo tipo di situazione.
Il pessario è quindi indicato sia per le donne che non possono – o non vogliono – sottoporsi a un intervento chirurgico, sia per quelle che lo stanno valutando.
Mito n°3 – Il pessario è scomodo
FALSO
Il pessario è un dispositivo soddisfacente (gli studi riportano un tasso di soddisfazione del 92%1) che si dimentica, che non si sente e che, al contrario, permette di ritrovare il comfort quotidiano… A determinate condizioni, però.
Innanzitutto, per essere confortevole, il pessario deve essere adattato a ogni donna: il modello e la misura devono essere scelti con cura in consultazione con un operatore sanitario qualificato. Di solito, questa consultazione permette di effettuare prove con pessari di prova, consentendo alle pazienti di essere sicure che il pessario che acquistano sarà comodo ed efficace. Un pessario non adatto può risultare scomodo e imbarazzante.
È poi importante prendersi cura della mucosa vaginale. Le mucose secche, atrofizzate o irritate hanno meno probabilità di tollerare il pessario, che può diventare fastidioso. È quindi essenziale assicurarsi che la troficità della mucosa sia buona, o che sia ripristinata in caso contrario, prima di indossare un pessario. In caso contrario, è sufficiente applicare un trattamento locale, ormonale o a base di acido ialuronico. Nel caso di una donna in post-menopausa, è quasi sistematico accompagnare l’uso del pessario con un trattamento locale continuo.
Anche la qualità del transito è un punto importante: la stitichezza può rendere il pessario scomodo o addirittura inefficace. È quindi necessario trattare e prevenire il più possibile la stitichezza. E se un pessario che è stato comodo per diversi mesi non lo è più, è un aspetto da verificare prima di decidere di cambiare pessario.
Se si seguono queste “regole d’oro”, il pessario sarà completamente confortevole e ben tollerato.
Mito n. 4 – Il pessario provoca infezioni
FALSO
È vero, invece, che l’uso del pessario spesso aumenta le perdite vaginali, note come leucorrea. Si tratta di un fenomeno del tutto normale: il contatto con il pessario stimola la mucosa, che si “lubrifica” maggiormente. Finché queste perdite non sono maleodoranti o colorate, non c’è motivo di sospettare un’infezione. Tuttavia, per alcune donne queste perdite possono essere imbarazzanti e di seguito vedremo alcune soluzioni.
Gli studi riportano un tasso minimo di complicazioni dovute al pessario: solo il 2,5% delle donne soffre di infezioni vaginali in seguito all’uso del pessario2.
Il pessario non causa infezioni, ma anche in questo caso ci sono alcune regole importanti da rispettare.
In primo luogo, è necessario rispettare il periodo massimo di utilizzo di ciascun modello di pessario. Per esempio, i pessari di tipo Cube devono essere sempre rimossi la sera. Altri possono essere indossati più a lungo, ma devono comunque essere rimossi e puliti regolarmente. L’ideale sarebbe almeno una volta alla settimana.
Successivamente, è necessario effettuare controlli medici regolari. Se la donna rimuove regolarmente il pessario, i controlli possono essere annuali, mentre dovrebbero essere trimestrali per coloro che lo lasciano costantemente in sede.
Infine, bisogna tenere conto del materiale di cui è fatto il pessario: è preferibile scegliere un pessario in silicone medicale, che è meglio tollerato dalle mucose e non favorisce la proliferazione batterica – a differenza dei pessari in lattice o in gomma, che sono materiali porosi che trattengono i batteri.
Anche quando si seguono queste regole, le infezioni vaginali – micosi o vaginosi in particolare – possono verificarsi con maggiore frequenza. Ciò accade quando la presenza del pessario irrita la mucosa, favorisce le perdite eccessive e squilibra la flora alterando l’acidità della vagina.
In questo caso, può essere utile rinforzare l’idratazione o la troficità della mucosa con un trattamento locale. Uno studio dimostra che le donne che assumono un trattamento estrogenico locale hanno un aumento minore della leucorrea rispetto alle donne che non lo assumono (15,7% vs 30,3%) e sono propense a portare il pessario più a lungo.
Un altro consiglio è quello di cambiare la frequenza di rimozione del pessario. Per alcune donne, rimuovere il pessario più spesso, o addirittura indossarlo solo durante il giorno, può ridurre notevolmente la leucorrea – e il fenomeno delle infezioni ripetute. Per altre, la rimozione frequente è più irritante per la mucosa vaginale e, al contrario, amplifica il fenomeno. È quindi importante fare delle prove e vedere cosa funziona meglio per ogni donna. E se questo non basta, si possono provare altre misure o modelli di pessario.
Infine, può essere utile assumere dei probiotici per proteggere la flora vaginale e limitare i disturbi.
Un altro tipo di infezione che le donne talvolta riferiscono dopo aver indossato un pessario è un’infezione delle vie urinarie. Quando ciò accade, le cause possono essere diverse. La dimensione del pessario può essere inadeguata: un pessario troppo grande può causare ritenzione urinaria, favorendo la crescita batterica, mentre uno troppo piccolo può irritare e causare infiammazioni locali muovendosi troppo. Si possono provare anche altri modelli.
Mito n. 5 – Solo il pessario Cube può essere gestito autonomamente
FALSO
Solo il pessario Cube DEVE essere gestito in modo indipendente.
È l’unico modello di pessario che deve essere rimosso ogni sera.
Tutti i modelli di pessario possono essere gestiti in completa autonomia dalle donne che li indossano. Tuttavia, alcuni modelli sono molto più facili da usare di altri: è il caso dei pessari Ring e Dish (o a scodella), che sono particolarmente facili da inserire e rimuovere per la maggior parte delle donne.
Anche in questo caso, però, la maneggevolezza e la facilità d’uso sono una questione di preferenze e vincoli personali. Alcune donne vogliono gestire da sole i loro pessari. Altre non vogliono, e preferiscono lasciar fare al terapeuta. Altre vorrebbero essere autonome ma non possono, a causa di limitazioni fisiche che impediscono loro di farlo: obesità, osteoartrite alle dita, vagina molto profonda, ecc.
Non esitate a provare diversi modelli in consultazione, per vedere quali sono quelli che potete gestire meglio.
In conclusione
Non credete a tutto ciò che vi viene detto sul pessario: è una soluzione sicura ed efficace per le donne che soffrono di prolasso e/o incontinenza urinaria da sforzo. Rivolgetevi piuttosto a un professionista sanitario esperto in materia, che sarà in grado di offrirvi un trattamento personalizzato in base alle vostre esigenze e preferenze, consentendovi di ritrovare il vostro comfort e la vostra libertà.
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Fonti
- Patient satisfaction and changes in prolapse and urinary symptoms in women who were fitted successfully with a pessary for pelvic organ prolapse – Jeffrey L Clemons MD Vivian C Aguilar MD Tara A Tillinghast NP, MSN Neil D Jackson MD Deborah L Myers MD – American Journal of Obstetrics and Gynecology – 2004
- 2. Directive clinique n° 411 : Utilisation des pessaires – Marie-Andrée Harvey M.D. Marie-Claude Lemieux M.D.Magali Robert M.D.Jane A.Schulz M.D. – Journal of Obstetrics and Gynaecology Canada – 2020
- Effect of vaginal estrogen on pessary use – Sybil G. Dessie, Katherine Armstrong, Anna M. Modest, Michele R. Hacker, and Lekha S. Hota – Int Urogynecol – 2016
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